I rifiuti dal momento dello stoccaggio in una discarica controllata sono interessati da una complessa serie di trasformazioni fisiche, chimiche e biochimiche.
La frazione solubile dei rifiuti è dilavata dall'acqua piovana che percola dagli strati superiori del cumulo fino al fondo della discarica.
Essa, unendosi all'umidità naturalmente rilasciata dai rif iuti, origina un liquame generalmente di colore scuro, nauseabondo e dalla notevole carica inquinante, correntemente indicato come “percolato”, che viene a raccogliersi in pozzetti drenanti.
Le caratteristiche del percolato variano nel tempo, in relazione alle differenti fasi che connotano la vita della discarica.
Si avrà così inizialmente un liquido con una forte presenza di sostanze ossidabili, poi in progressiva diminuzione,
contemporaneamente all'innalzamento del tasso di azoto ammoniacale e di cloruri a livelli tali che solo alcune
particolari tecniche possono dare sufficienti garanzie di depurazione e, in particolare:
1) L'evaporazione sotto vuoto in campo acido o basico a seconda dello spostamento di fase dell'ammoniaca e del
suo relativo successivo abbattimento;
2) Pretrattamento chimico fisico, degasazione, ultrafiltrazione a membrane tubolari autolavanti, osmosi inversa a
doppio passo e a doppio stadio di concentrazione, eventuale distillazione e cristallizzazione del concentrato OI; non
è ammesso o ammissibile il ricircolo dei concentrati in discarica.
Questi processi hanno costi di gestione che variano da 15 a 25 €/m3, spesso inferiori ai costi di smaltimento via gomma del percolato, e si possono ripagare nell'arco di 1-2 anni
Lo smaltimento del PERCOLATO da discarica costituisce un problema di primaria importanza nella gestione dei rifiuti conferiti.
L'affidamento del percolato a terzi nelle piattaforme per la depurazione del percolato è spesso molto oneroso e non esente da rischi connessi alle operazioni di recupero trasporto.
Il ricorso ai depuratori urbani è invece spesso molto conveniente per i gestori della discarica, ma adotta il principio della diluizione proibita dalla legge.
Inoltre, gli impianti per liquami domestici sono dimensionati per far fronte a notevoli quantità di refluo, che spesso presenta basse concentrazioni di carico organico, e solo grazie alle differenti quantità si riesce a conferire il percolato e a rimanere dentro i limiti di qualità, sempre che l'immissione del percolato della discarica non produca danni alla flora biologica indigena.
Anche il conferimento nei depuratori consortili, oltre alla presunzione di una depurazione per diluizione, proibita dalla legge, non riduce i costi rilevanti connessi alle operazioni di recupero, trasporto e smaltimento eseguite da ditte specializzate. Tali premesse evidenziano come la possibilità di realizzare direttamente in discarica un sistema di depurazione autonomo di trattamento del digestato e percolato possa rispondere ai più rigorosi criteri di compatibilità ambientale e possa diventare la strada economicamente ed ecologicamente più conveniente.